WORK IN PROGRESS

Questo blog è stato creato con la finalità di permettere ai lettori di seguire il lavoro di stesura della relazione, dalle prime fasi, attra...

venerdì 14 giugno 2019

Ultima mappa concettuale


Società del Rischio



Appartenenza ad un gruppo (2)



– Secondo il senso comune, i gruppi sono luogo di ricerca del compromesso: sono perciò poco efficaci nella presa di decisioni
– Effetto di normalizzazione (Sherif,1935): le risposte di gruppo in una prova di giudizio tendono a concentrarsi attorno alla media dei giudizi individuali
– Stoner (1961), sulla base di evidenze empiriche inattese, propone una posizione molto diversa: le decisioni prese in gruppo sono decisamente più rischiose delle decisioni che i singoli prenderebbero individualmente
– Decisione rischiosa = decisione in cui si mette in gioco qualcosa di acquisito, rischiando di perderlo, in vista dell’ottenimento di qualcosa di molto più rilevante


Diffusione della responsabilità: discutendo con altri, un individuo si sente meno direttamente responsabile (Wallach, Kogan e Bem, 1964).


“Rischio come valore”: nel corso della discussione di gruppo, diventa saliente un valore proprio della cultura americana, ossia l’apprezzamento per chi sa correre dei rischi (Brown, 1965)

Appartenenza ad un gruppo (1)




Sembra, quindi, che possano essere delineate delle linee guida per permettere ai gruppi di decidere in modo migliore:

- non demandare le decisioni a un individuo singolo: la divisione del lavoro sembra assumere un valore essenziale anche nei processi decisionali.
- integrare le idee dei membri al fine di superare stereotipi e pregiudizi
- scegliere uno stile di leadership adeguato alla situazione
- adottare la coesione come sintomo di sicurezza e non come risultato di conformismo
- far sì che le informazioni vengano condivise e che non restino nascoste, patrimonio solo di chi già le conosce.

La ricerca del pericolo

RICERCA DI SICUREZZA VS RICERCA DEL PERICOLO

Il concetto della sicurezza come freno può far sorgere un’altra riflessione. Infatti, così come la richiesta di sicurezza è insita nell’uomo, quasi come uno degli istinti primari, così anche la ricerca del pericolo e del rischio sembra abitare in molti. Questi due aspetti, la ricerca della sicurezza e la ricerca del pericolo, sembrano collidere tra loro, tuttavia è ciò che si osserva nelle nostre società. È evidente in ogni individuo il bisogno di stabilità, ma è allo stesso tempo sotto gli occhi di tutti lo sfrenato piacere che molti provano verso il pericolo. Basti pensare agli sport estremi, o al gioco d’azzardo. In questi termini, la sicurezza non è ciò verso cui il soggetto tende, ma ciò verso cui vuole allontanarsi per assaggiare il sapore dell’ignoto, per abitare la “de-coincidenza”.

Uscita di Sicurezza




L’“Uscita di Sicurezza” è per lo scrittore una via di fuga da circostanze ormai insopportabili, uno slancio verso una nuova vita e nuove opportunità.

De-coincidenza


Il filosofo francese “mostra che proprio quando non ci si chiude in se stessi si va avanti: e per farlo serve dare spazio alla ‘de-coincidenza’, cioè mettersi in gioco.” (Paliaga, S.)[i] La de-coincidenza è ciò che ci fa uscire dalla comfort-zone e da qualsiasi sensazione di stabilità e sicurezza, è uno slancio per rinnovare la vita. La si potrebbe vedere come una via d’uscita, una via di fuga.



[i] Paliaga, Simone. “Filosofia. Jullien: Vivere di Coincidenze? Questo E’ Il Dilemma …” Avvenire.it. N. p., 2019. Web. 13 June 2019.

History of the Safety Pin




martedì 11 giugno 2019

Citazioni P. Levi: Sicurezza Sul Lavoro



“Il laboratorio era rudimentale: non nel senso di residuo atavico, bensì in quello di estrema povertà. C’era un bancone piastrellato, poca vetreria, una ventina di bocce con reattivi, molta polvere, molte ragnatele, poca luce e un gran freddo.”



“Il sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 2 “Idrogeno” pg. 23; 30° edizione Einaudi



“L’operazione procedeva in mezzo ad un fracasso da apocalissi, in una nube di polvere che si vedeva fin dalla pianura. Il materiale veniva poi ulteriormente macinato fino a ghiaia, essiccato, selezionato: e ci volle assai poco per appurare che scopo ultimo di quel lavoro da ciclopi era strappare alla roccia un misero 2 per cento d’amianto che vi era intrappolato. Il resto, migliaia di tonnellate al giorno, veniva scaricato a valle alla rinfusa. […] C’era amianto dappertutto.”



“Il sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 6 “Nichel” pg. 63; 30° edizione Einaudi




Citazioni P. Levi: Sicurezza Sociale


“un fatto pressoché trascurabile ma curioso, una piccola anomalia allegra, come chi abbia il naso storto o le lentiggini”



“Il sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 3 “Zinco” pg. 34; 30° edizione Einaudi



“Dovevo aver superato la crisi più dura, quella dell’inserimento nell’ordine del Lager, e dovevo aver sviluppato una strana callosità, se allora riuscivo non solo a sopravvivere, ma anche a pensare, a registrare il mondo intorno a me, e perfino a svolgere un lavoro abbastanza delicato […].”




“Il sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 11 “Cerio” pg. 131; 30°edizione Einaudi

Citazioni P. Levi: Sicurezza Emotiva


“[…] la vita è piena di usanze la cui radice non è più rintracciabile. […] Perciò, il mio Cloruro Demonio, gemello di un amore felice e di un libro liberatore, ormai in tutto inutile e probabilmente un po’ nocivo, in riva a quel lago viene tuttora religiosamente macinato nell’antiruggine ai cromati, e nessuno sa più perché.” 



“Il sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 12 “Cromo” pg. 139, 150-151; 30° edizione Einaudi




“[…] cercavo di sederle accanto a lezione, e lei non mi accettava nella sua confidenza, ed io mi sentivo frustrato e sfidato. Mi sentivo disperato, anzi, e non certo per la prima volta: infatti, in quel tempo mi credevo condannato ad una perpetua solitudine mascolina, negato per sempre al sorriso di una donna, di cui pure avevo bisogno come dell’aria.” 



“Il sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 3 “Zinco” pg. 33; 30° edizione Einaudi




“Dell’ ‘ auspicabile incontro ’ non parlai, perché ne avevo paura. Inutile cercare eufemismi, parlare di pudore, ribrezzo, ritegno. Paura era la parola. […] Mi conosco: non posseggo prontezza polemica, l’avversario mi distrae, mi interessa più come uomo che come avversario, lo sto a sentire e rischio di credergli; lo sdegno e il giusto giudizio mi tornano dopo, sulle scale, quando non servono più. Mi stava bene continuare per lettera.”



“Il sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 20 “Vanadio” pg. 206; 20° edizione Einaudi