“Il laboratorio era rudimentale: non nel senso di residuo
atavico, bensì in quello di estrema povertà. C’era un bancone piastrellato,
poca vetreria, una ventina di bocce con reattivi, molta polvere, molte
ragnatele, poca luce e un gran freddo.”
“Il
sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 2 “Idrogeno” pg. 23; 30° edizione
Einaudi
“L’operazione procedeva in mezzo ad un fracasso da
apocalissi, in una nube di polvere che si vedeva fin dalla pianura. Il
materiale veniva poi ulteriormente macinato fino a ghiaia, essiccato,
selezionato: e ci volle assai poco per appurare che scopo ultimo di quel lavoro
da ciclopi era strappare alla roccia un misero 2 per cento d’amianto che vi era
intrappolato. Il resto, migliaia di tonnellate al giorno, veniva scaricato a
valle alla rinfusa. […] C’era amianto dappertutto.”
“Il
sistema periodico” di Primo Levi – capitolo 6 “Nichel” pg. 63; 30° edizione
Einaudi
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